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2 dicembre 2022

La fame è sottoalimentazione cronica, disagio o dolore causato dalla privazione del cibo.

Le sue conseguenze sono l’impossibilità di mantenere una vita normale, attiva e sana. Questa la definizione ufficiale scientifica.

Con il report Sofi 2022, le agenzie delle Nazioni Unite hanno pubblicato i dati aggiornati sulla fame nel mondo. L’obiettivo di sconfiggerla, sancito con l’Agenda 2030, appare lontanissimo.

I dati

Nel 2015 soffrivano la fame circa 670 milioni di persone, cioè l’8 % della popolazione del pianeta. Da allora tale numero è rimasto pressoché stabile fino al 2020. Nel 2021 il numero degli affamati è salito a 828 milioni. Stando alle proiezioni del rapporto Sofi 2022, nel 2030 saranno di nuovo quasi 670 milioni, praticamente come quindici anni prima. Un fallimento su tutta la linea. Cifre che il presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), Gilbert F. Houngbo, definisce “sconfortanti per l’umanità”.

 

Perchè?

“Si intensificano i principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione: conflitti, eventi climatici estremi e crisi economiche, uniti alle crescenti disuguaglianze. La questione principale non è tanto se le avversità continueranno a verificarsi o meno, ma, piuttosto, come intraprendere azioni più coraggiose per costruire la resilienza contro le crisi future”.

I redattori del report Sofi

 

 

 

Cosa possiamo fare noi?

Piccoli gesti che aiutano comunque a redistribuire il cibo.

Ce n’è per tutti, basta non sprecarlo e non esagerare.

Anche l’obesità è un problema alimentare, di salute, di squilibri economici e psichici…

Possiamo per esempio riflettere e decidere di cambiare in qualcosa.