18 dicembre 2022
Migranti: chi, dove, perchè…
In realtà non sappiamo se la giornata internazionale dei migranti sia oggi o in settembre, comunque ne parliamo. Solo un pochino, sinceramente siamo stanche, molto stanche di denunciare lo scandalo che una parte degli italiani ha deciso di lasciare morire persone sul confine del nostro paese.
Soprattutto persone di alcune aree geografiche, non certo australiani o nordamericani. Soprattutto i poveri, quasi che nascere e vivere nella miseria sia sempre colpa e responsabilità dei poveri. Che miseria e povertà sono due cose diverse ma ne parleremo nel prossimo calendario.
Eppure noi italiani abbiamo circolato in tutto il mondo, siamo emigrati per cercare lavoro, siamo stati poverissimi, abbiamo sofferto discriminazioni, ma la storia difficilmente insegna. Ci siamo dimenticati.
Il grande esodo che coinvolse l’Italia dall’unità d’Italia agli anni settanta del novecento ha visto oltre 27 milioni di italiani lasciare il paese, un numero esorbitante.
Nel 2020 ancora 121 mila persone di cittadinanza italiana sono emigrate all’estero insieme a 39 mila persone di cittadinanza straniera che risiedevano in Italia e che si sono trasferite in un altro paese, per un totale quindi di circa 160 mila persone.
L’articolo 3 della dichiarazione universale dei diritti umani, a cui l’Italia aderisce, cita: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.” Ogni individuo. Null’altro da dire. Vale per tutti.
Cosa possiamo fare?
Piccole cose quasi banali da scrivere. Possiamo occuparci di chi abbiamo vicino, possiamo provare a costruire una società della cura.
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Cosa fanno in Kivu
Accolgono.
La guerra è arrivata nel 1996, ma già nel 1994 quasi un milione (cifra per difetto) di persone nel giro di poche settimane sono fuggite dal Rwanda, preda di una guerra incivile “interna” e sanguinosissima, e han chiesto aiuto in Congo, in Kivu, nel nord e nel sud. A livello internazionale è stato l’inizio della fine… ci sono stati errori di gestione dei profughi da parte dell’ONU (Goma era una cittadina che non arrivava al milione di abitanti) e i profughi sono stati usati come pretesto per cominciare quella che vien definita la prima guerra mondiale d’Africa, tutta “giocata” su suolo congolese.
I congolesi hanno accolto i vicini rwandesi, ogni famiglia si è fatta carico di una famiglia, pur vivendo certo mediamente in condizioni non agiate.
Ora la guerra continua, da qualche settimana gli attacchi alla popolazione inerme stanno colpendo senza pietà.
- foto originali degli ultimi profughi (questi sono congolesi) che si spostano sul territorio del Kivu perchè i loro villaggi vengono attaccati da M23, gruppo armato di origine rwandese.
Come abbiamo già detto le cause sono squisitamente economiche.
Questo territorio è maledettamente ricco di minerali preziosi, si cammina sull’oro.
I congolesi sono stanchi, esasperati.
il video è di 9 anni fa, la fuga e la paura dei bambini è ancora la stessa.
Pochissimi cercano la via dell’emigrazione, non ne hanno la forza. Non con i barconi e non a piedi. Il Congo è troppo lontano dall’Europa. Migranti ci sono, ma regolari, anche rifugiati regolari, studenti universitari, lavoratori.
Chi riesce ad avere un visto… In questo pianeta tondo, senza confini…